DOMENICA 17 NOVEMBRE 2024

XXXIII^ DEL T EMPO O RDINARIO
VANGELO DELLA DOMENICA
(Marco 12,38-44)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «In quei giorni, dopo quella tribolazione, il
sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce, le stelle cadranno dal cielo e le
potenze che sono nei cieli saranno sconvolte.
Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria. Egli
manderà gli angeli e radunerà i suoi eletti dai quattro venti, dall’estremità della terra
fino all’estremità del cielo.
Dalla pianta di fico imparate la parabola: quando ormai il suo ramo diventa tenero e
spuntano le foglie, sapete che l’estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete
accadere queste cose, sappiate che egli è vicino, è alle porte.
In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto questo avvenga. Il
cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno.
Quanto però a quel giorno o a quell’ora, nessuno lo sa, né gli angeli nel cielo né il
Figlio, eccetto il Padre».

COMMENTO AL VANGELO
Il Vangelo di questa domenica, penultima dell’anno liturgico, riporta una pagina significativa del cosiddetto
“discorso escatologico” pronunciato da Gesù prima della Passione. Secondo il racconto di Marco, infatti,
prima di entrare nella prova, Gesù pronuncia una parola con cui riflette sulla fine della storia e porta le folle
a rivolgere il proprio sguardo verso Dio, celebrando la sua sovranità universale.
La prima parte annuncia la fine di tutte le cose e la venuta del Figlio dell’uomo, titolo che nei vangeli si
riferisce a Gesù in quanto uomo debole e sofferente, ma anche indica il Figlio glorioso e pieno di autorità: i
segni che tutto si consuma saranno evidenti e gli sconvolgimenti celesti numerosi. E questo preparerà la
venuta del Figlio dell’uomo che apparirà alla fine dei tempi per radunare tutti gli eletti da ogni angolo della
terra. La salvezza verrà quindi realizzata attraverso la potenza di un Messia sofferente.
Nella seconda parte del brano, Gesù ci invita a imparare a comprendere nel modo giusto dei segni, per
intuire ciò che sta per realizzarsi. Usando l’immagine del fico, pianta sempre portata come esempio di
fecondità (e l’estate come un tempo particolarmente felice perché tempo del raccolto), il Vangelo ci dice
che gli sconvolgimenti della fine non sono un presagio negativo, ma annunciano l’arrivo di qualcosa di più
grande e più bello, paragonabile alla stagione più felice dell’anno.